mercoledì 19 dicembre 2012

Struzzo parlante















Lo struzzo parlante (Struthio camelus loquax) è uno scherzo di natura appartenente all'ordine detto degli struthioniformes. Dotato di un'elevata capacità di adattamento ai più aridi tra i deserti psicogeografici che costellano la Costa Smeralda, nonché ai resort più selettivi e perigliosi, allo stato selvatico lo si può trovare nei pressi degli studi televisivi italiani, dove non è raro vederlo bivaccare e razzolare. È un veloce corridore, un formidabile scalciatore e un ancor più formidabile parlatore. Ha appetito vivace e carattere bizzoso, che lo portano a beccare chiunque e qualunque cosa gli capitino a tiro sotto i riflettori. Possiede tronco massiccio, zampe affusolate, collo oblungo, capo piccolo con becco appiattito caratterizzato da una lamina cornea detta a “canotto”.
 

martedì 27 novembre 2012

Punteruolo rosso




Punteruolo rosso comune
Il punteruolo rosso è un animaletto molto loquace la cui estinzione è stata più volte annunciata dai sostenitori della fine della storia e che ha tormentato per vent’anni il serraglio parlamentare del Ringmaster. In Europa si annida nei tronchi più democratici, querce e ulivi su tutti, ma è originario del continente asiatico, dove prospera nonostante la carenza di enzimi riformisti nella sua dieta, senza curarsi della più volte annunciata estinzione. Una manovra mediatica, questa, che secondo alcuni entomologi si è risolta in un bluff. Quando i ricercatori dell’importante istituto svedese di ricerca Dora Venter hanno chiesto ai teorici dell’estinzione liberista di scoprire le carte, si è scoperto infatti che i loro archivi erano infestati da miliardi di punteruoli cinesi.

martedì 13 novembre 2012

Chihuahua













I chihuahua sono esili, gai cagnolini iperattivi dal pelo corto o lungo, coda all'in su e a volte arrotolata sul dorso, testa a forma di mela, orecchie larghe e ben aperte con attaccatura all'altezza dei vispi occhietti rotondi. Allevati dapprima a Fiuggi, a causa di un bizzoso gene recessivo presente nel loro corredo cromosomico sono passati sotto la lente dei laboratori di Arcore, che per la gioia dei bambini e dei nostalgici ne hanno ripristinato il patrimonio genetico originale. Adattissimo come cane da compagnia, è però solito abbaiare tutto il giorno, in specie se il suo padrone possiede un temperamento aggressivo. Il chihuahua imita e studia con attenzione il suo capobranco umano allo scopo di farsi bello e di ricevere da lui chicche, carezze e coccole in quantità, e perciò ne rifletterà inevitabilmente il carattere. Pur vivace e incline al gioco, ama inoltre trastullarsi all'interno del circo parlamentare tra le braccia del ringmaster, da cui si farebbe trasportare ovunque. Lo si può anche addestrare, senza troppa fatica, a svolgere alcuni semplici compiti, come per esempio portare a casa ogni mattina, tra i denti, il giornale fresco di stampa o la nuova legge sul sistema radiotelevisivo.

mercoledì 26 settembre 2012

Maiale romano


Il maiale romano (sus scrofa floridus) è una bestiola vorace, dagli appetiti leggendari, che si pasce di pubbliche prebende e altre ghiottonerie. Il suo allevamento risale a molti secoli fa, e le raffigurazioni dei suoi progenitori sono rinvenibili anche in alcuni documenti ufficiali dell'antico senato imperiale romano. Nel sistema alimentare dell'uomo politico riveste da sempre un ruolo strategico, tanto che la sua produzione su larga scala, nonché un certo gusto per la mondanità ruspante, lo hanno reso di generale popolarità presso gli elettori grandi e piccini. Diffusosi in tutto il territorio italiano e persino nei recinti del parlamento europeo, l'animale non tradisce però le sue origini ben radicate nel comprensorio laziale, in cui ha trovato l'habitat ideale per dare soddisfazione alla sua viscerale sensibilità. Ai giorni nostri, seppur sottoposto a una caccia spietata dai pubblici ministeri più aggressivi e privi di scrupoli, il rubicondo suide non è a rischio d'estinzione e lo si può ammirare nelle oasi provinciali e regionali del serraglio legislativo, dove è solito riprodursi ogni cinque anni.

lunedì 28 maggio 2012

Cacajao rubicondo


Il cacajao rubicondo è un esuberante primate dalla faccia vermiglia che vive attorno al fiume Po, tra il Piemonte e il Veneto, più volte avvistato anche nelle riserve assembleari dell’Emilia Romagna. Una leggenda metropolitana vuole che il cacajao sarebbe in grado di redigere con le sue lunghe mani intere riforme elettorali, per quanto abborracciate. Secondo alcuni naturalisti, però, le presunte, prodigiose capacità legislative del cacajao non sono dovute alle sue doti immaginative, che pure presumiamo senza limiti, ma alle imbeccate del suo padrone.

lunedì 30 aprile 2012

Tacchino meneghino


Il tacchino meneghino è uno snello gallinaceo dal sorriso affabulante e goglottio mellifluo, dotato di lunghe zampe, piccole ali e corta coda pennuta, setolosa e tondeggiante. Vive da sempre nei boschi del Pirellone, che ospitano ancor oggi un gran numero di tacchini allo stato brado, raccolti in gruppi che vagabondano razzolando qua e là nei fertili terreni dello stesso bosco. I branchi dei tacchini meneghini sono guidati da un vecchio maschio che con il suo carisma conduce il gruppo per gli intricati sentieri del sottobosco politico e intima l’alt alla colonna in marcia verso il progresso quando un complotto mediatico cerca di buttare fango sul suo piumaggio. La maniera migliore per catturare un tacchino meneghino è quella di piazzare uno specchio a bella posta. La bestiola infatti non resisterà alla tentazione di rimirarsi per ore goglottando di gioia, noncurante di quello che le accade intorno.

martedì 24 aprile 2012

Lemure gigante dei Murazzi















Il lemure gigante dei Murazzi (Lemur tardigradus) è un animale graziosissimo dalla grande testa rotonda e con occhi spiritati, acuto musino e lunga coda pelosa. Bonario e socievole, è un placido coccolone e si è ben adattato alla pur dura vita degli animali politici. Molto caratteristici i suoi gemiti, da cui ha avuto origine il nome "lemure", che evoca gli spiriti notturni degli antichi romani, detti anche larvae. Stranamente, il lemure gigante dei Murazzi non sembra però trovarsi a proprio agio nell'urbe centralista. Agile saltatore, quale meta delle sue scorribande notturne preferisce di gran lunga i vagoni abbandonati dei treni o altri luoghi oscuri e periferici, nei quali non è raro sentir l’eco dei suoi versi striduli. La sua storia evolutiva è avvolta nel mistero più fitto. Forse originario del Madagascar, dove vivono tante altre specie di lemuri, secondo una leggenda è stato espulso dal continente africano e costretto ad adattarsi al clima più rigido della vecchia Europa. Il lemure gigante dei Murazzi si ciba di frutta, piccoli vagabondi ed extracomunitari, e si riproduce una volta ogni cinque anni, alla sorgente del fiume Po.

martedì 17 aprile 2012

Moffetta












La moffetta è un piccolo carnivoro meglio noto con il nome di puzzola per la sua capacità di emanare odori sgradevoli dalla ghiandola perianale e miasmi logici attraverso l’apparato fonatorio. Armi infallibili che la tenera moffetta usa per difendersi dai giustizialisti comunisti, i perfidi predatori del processo democratico e del progresso economico che la mandano ai matti e le fanno perdere il controllo delle ghiandole. Per quanto selvatica, la moffetta si è adattata facilmente alla cattività nel serraglio parlamentare; son bastati una cuccia, una ciotolina e un talk show dove fare i bisognini per farla sentire a casa. Instancabile giocherellona, è solita nascondersi e riapparire all’improvviso muovendo la folta coda. Attenzione, però, a redarguirla, perché se contraddetta picchia le zampette sul pavimento, si strappa i bottoni dalla blusa e solleva il deretano, minacciando di mollare l’ennesima, speziata puzzona. La dolce moffetta nasconde infatti un animo vendicativo, ed è sempre meglio non sgridarla quando si arrampica sull’articolo 18. Per puro dispetto sarebbe capace di mangiarsi tutto lo statuto dei lavoratori e di impestare centinaia di studi televisivi con qualche rarefatto sillogismo.

martedì 10 aprile 2012

Diavolo della Padania
















Il diavolo della Padania o diavolo maurino (Sarcophilus Bossiensis) è un mammifero marsupiale dalle abitudini crepuscolari appartenente alla famiglia dei Bossidi. Il suo nome comune deriva dai versi spaventosi che è solito emettere durante la notte della democrazia, e che alle orecchie degli aborigeni padani e dei primi esploratori di quelle remote contrade avevano un che di demoniaco. Il diavolo padano è di colore nero, possiede una personalità vivace, ed è assai litigioso e rabbioso. Si nutre essenzialmente di carogne di partiti politici. Dotato di muscoli d’acciaio e di un enorme testone squadrato che sovrasta il collo taurino, questo permaloso animaletto dall’aspetto rozzo e robusto è capace di dare morsi portentosi, con cui può triturare e ridurre in polvere la lega più resistente. Le sue zampe anteriori sono molto più lunghe di quelle posteriori, e ciò gli permette di arraffare con scioltezza e gesticolare minacciosamente con maggiore efficacia. Diffuso soltanto in Padania e perseguitato per lungo tempo dai coloni romani, è stata accolto nel serraglio dal Ringmaster e dichiarato specie protetta dal governo. I diavoli della Padania hanno così eletto a loro dimora il parlamento, nei cui scranni hanno rinvenuto confortevoli tane che hanno reso più accoglienti foderandole di fogliame, cuscini, arazzi e certificati di laurea dalla provenienza misteriosa. Una volta catturata la democrazia, o meglio rinvenutone un cadavere, il diavolo della Padania la divora a partire dall’addome, ne consuma le viscere con voluttà e quindi si introduce nel ventre molle per consumare tutte le istituzioni. Secondo una leggenda popolare, le femmine di diavolo della Padania abbandonano i loro piccoli nei cadaveri dei consigli regionali, al cui interno i cuccioli si fanno strada divorando i tessuti strato dopo strato, fino a fuoriuscirne da adulti.

lunedì 2 aprile 2012

Rotifero










I Rotiferi (Rotifera Scilipiens) sono animali microscopici che strisciano nel substrato, molto diffusi negli scoli fognari e nelle tubature dei parlamenti di tutto il mondo. Il loro nome deriva dalla corona cigliata retrattile posta attorno alla loro avida bocca, che si muove “a ruota”, sinuosamente, durante il valzer delle poltrone che la bestiolina è solita condurre durante la sua breve vita politica. Se ben manovrata, la corona dei rotiferi è capace di creare una corrente parlamentare atta a far confluire i voti alla bisogna, secondo le necessità di giornata, a un solo cenno del ringmaster. Sono dotati di appendici caudali con le quali mentre si nutrono si ancorano a un partito politico, salvo poi lasciarsi andare al flusso del pasto successivo e del successivo partito rotolando allegramente nel substrato gelatinoso. I rotiferi sono animali metamorfici, in grado di cambiare forma dall’oggi al domani e di adattarsi senza eccessivi patemi d’animo agli habitat parlamentari sempre diversi in cui si trovano a vivere, e presentano quindi un ciclo biologico cangiante, molto complesso, dovuto a questo loro trasformismo adattativo. In alcune specie la riproduzione avviene quasi esclusivamente per partenogenesi e clonazione di idee.

mercoledì 28 marzo 2012

Suricato

















Il suricato è un animale danzante gregario dalla dieta diversificata che vive in gruppo e si è splendidamente adattato al serraglio parlamentare. I suricati sono famosi per la loro postura eretta, tenuta durante i “turni di guardia” nei quali vigilano indefessi e balzellano tenendosi in piedi sulle zampe posteriori, gli occhioni fissi e vigili ben oltre le distese di Montecitorio. I suricati provano infatti orrore per chi vende il proprio corpo e scrutano l’orizzonte in attesa che a chilometri e chilometri di distanza dal loro habitat si possa ravvisare la sagoma di una mangusta passeggiatrice. Sono bestiole mordaci, coraggiose e resistenti al veleno, e amano giocare con gli scorpioni e i serpenti, spingendosi spesso per trastullo fin nelle loro tane. Vengono addomesticati con facilità e ciò ha colpito da subito i guardiani delle liste zoologiche elettorali. La società dei suricati è basata su un’intensa, inesauribile cooperazione: rinserrati attorno al ringmaster, cui giurano eterna fedeltà e che domina il principale nucleo riproduttivo, stabiliscono un’intensa rete di cooperazione e sacrificio volta a evitare che tendenze contro natura minino la coesione dello stesso gruppo. Com’è riportato a lettere d’oro nel manuale dei giovani suricati: “La famiglia è la base della società suricata e come le fondamenta di ogni casa essa non teme soltanto le frane ma anche le infiltrazioni, non c’è quindi nessuna ragione per la quale lo zoo debba accogliere nelle sue gabbie coppie omosessuali, visto che costituzionalmente sono sterili”.

martedì 20 marzo 2012

Ilochero














L’ilochero o porco del bosco o maiale gigante è un mammifero appartenente alla gagliarda famiglia dei suidi. Difficilmente addomesticabile, è una bestia notturna, erbivora, irriducibile, che non fa mai pipì nei sentieri delle zone boscose parlamentari. Ha folto il pelame, orecchie vistose e romboidali, zanne di tutto rispetto. Nonostante si nasconda da millenni in mezzo a noi, antiche superstizioni ne hanno dissimulato l’esistenza fino a quando la curiosità del Ringmaster ha avuto la meglio, e l'ilochero è stato così reintrodotto con tutti gli onori nel serraglio governativo. Il tenebroso animale in verità ama contemplare la foresta vergine, ma alcuni esemplari non esitano a spingersi con cipiglio tutto suino fino a territori sconosciuti, nei quali echeggia a lungo il loro raggelante grugnito, guida e richiamo per i predatori dispersi nei decadenti dedali del trappolone postmoderno. Incapace com’è di sopportare la luce diretta del sole, tende a ripararsi nel rigoglioso sottobosco ministeriale per poi ricomparire all’improvviso con aria soddisfatta davanti al trogolo di un talkshaw. L'ilochero vive e prospera all'interno di maggioranze silenziose costituite da coppie indissolubilmente monogame ed indiscutibilmente eterosessuali. Subito dopo l’accoppiamento e ben prima del parto, la bizzosa fiera tende inoltre a isolarsi e a non tollerare idee eterodosse sull'educazione della prole e sull'orientamento sessuale degli sconosciuti.

lunedì 19 marzo 2012

Oca quidquid sapiens

Oca quidquid sapiens è l'appellativo comune di una vasta congerie di pennuti impettiti dall’espressione satolla, capaci di mandare a memoria qualche frasetta e di imparare, in alcuni casi, persino la difficilissima tabellina del sette. L'oca sapiens è un uccello di medie dimensioni, che ama galleggiare a pelo d’acqua emettendo il proverbiale "quid quid" da cui si è originato il nome popolare della bestiola, addomesticata con successo da secoli e secoli. Ed è proprio questa sua mansuetudine ad aver interessato il Ringmaster, alla ricerca di un compagno di giochi per il pubblico dei piccini all’interno del suo grande circo. Le oche quidquid sapiens sono animali placidi, dalla dieta vegetariana, ma all’occorrenza dimostrano una grande abilità nel catturare gli invertebrati e più di un naturalista sostiene che sono in grado di buttare giù qualunque genere di pastone venga loro propinato. Le oche sono monogame e si accoppiano con lo stesso Ringmaster per tutta la vita, ma non è raro che possano anche "divorziare" e andare in cerca di nuovi nidi. L'allevamento delle oche, particolarmente diffuso a Tolosa in Francia e ad Arcore in italia, permette di ricavare il fegato grasso (da cui si ottiene il pâté de foie gras), e in generale carne, uova, salami, segretari e prosciutti.

martedì 6 marzo 2012

Babirussa











La Babirussa (Babyrousa babyrussa paternensis), detta anche maiale-cervo, è considerata uno dei mammiferi meno eleganti del mondo. Si tratta di un suide glabro che vive in gruppi emettendo sordi richiami e grugniti che, se di cattivo umore, ripete con suadente cadenza. Con ogni probabilità discende da un primitivo maiale europeo, estinto nel ventesimo secolo, i cui tenaci eredi sono stati capaci di sopravvivere, migrando e adattandosi alle nuove condizioni ambientali. Abilissima traghettatrice, la babirussa ha guadato in nutrita schiera corsi d’acqua, fiumi, svolte, sbarramenti ideologici e interi tratti di mare fino a insediarsi stabilmente in parlamento, dove vive beata e pasciuta. La bestiola per certi versi somiglia a un suino selvatico, ma ricorda pure gli ippopotami, e il suo stomaco avvezzo alle lunghe digestioni, ne fa una specie di ruminante. Interessantissime sono le coppie di zanne ricurve che fanno bella mostra sul muso di alcuni esemplari. Ottime per spezzare le reni a chicchessia, forniscono una protezione naturale per gli occhi e il muso, utilissima quando la gazzarra in parlamento si fa tosta. La babirussa è inoltre solita frugare dentro mucchi di avanzi e in tronchi decomposti alla ricerca di comuni radici europee.

lunedì 20 febbraio 2012

Giraffa siracusana
















La giraffa siracusana, nota come giraffa asinuspardalis, è il più alto mammifero tra tutte le specie di animali politici viventi e può superare molte legislature di una spanna navigando a vista per le prossime come se niente fosse. Ha arti, collo e lingua lunghissimi e ostenta un mantello pezzato griffato. Ogni giraffa siracusana ne vuole avere uno diverso, è impossibile quindi trovarne due identici e se si trovano meglio fare finta di niente. Appartiene alla famiglia dei vippidi, animal spirits che per un equivoco dovuto a uno scherzo evoluzionistico, noto tra gli etologi come “The Taormina Bad Trip”, sono convinti di dover trasformare il loro ambiente in una meta turistica internazionale costi quel che costi. Nel caso delle giraffe, il lunghissimo collo le porta a scrutare l’orizzonte da un punto di vista deformato che fa loro confondere favole per gonzi e fanfaluche con potenti visioni del futuro. Sempre per effetto del Taormina Bad Trip, le giraffone pensano che il loro habitat naturale sia un paradiso di cemento in cui i rifiuti industriali corroborano le oasi di verde dove vanno in cerca di sostentamento elettorale. Il loro cibo preferito sono le foglie delle acacie che prosperano nella prateria delle libertà, e misteriosamente sembra che le spine delle acacie non le disturbino. Questi animali politici trascorrono gran parte della loro esistenza in gruppi separati: nella camera dei deputati le femmine con i piccoli, al senato i maschi alle prese con il tradizionale “necking”: un allegro gioco rituale, fatto di vigorosi e sensuali colpi sul collo, atto a definire la gerarchia e l’accesso alle compagne in estro turistico. Le giraffe dormono in piedi sognando nuovi alberghi, e come la maggior parte degli erbivori mangiano molto spesso. All’apparenza silenziose, se necessario emettono una vasta gamma di suoni dalle vocali apertissime e possono pure grugnire o sbuffare. Il nome, giraffa asinuspardalis, è dovuto a una leggenda popolare, si credeva infatti che le giraffe siracusane fossero un incrocio tra un gattopardo e uno scecco.

venerdì 10 febbraio 2012

Blattella alemanna













 
La Blattella alemanna è un piccolo scarafaggio dalla forma snella e allungata, con lunghe antenne protese davanti a sé e testa piccola, dotato di ventose con le quali cerca con protervia di arrampicarsi sugli specchi. Di colore marrone stinto, la sua parte dorsale presenta però alcune fasce nere e il suo addome è molto sviluppato. La blattella è originaria di Hobbiville, dove ha infestato per decenni le antiche case di legno edificate nei campi degli hobbit, e si è lentamente diffusa ovunque. È una bestiolina vivace, onnivora e davvero prolifica. Le sue uova sono contenute nelle cosiddette ooteche, le sacche parentali che la femmina, ove necessario, è in grado di portare con sé a lungo, fino al rinvenimento cioè di una tana adatta. Una volta raggiunta la meta, la blattella rilascia le sacche parentali in posti fissi, sicuri, molto stabili e difficilmente raggiungibili da altri animali, nonché del tutto impermeabili agli insetticidi. La blattella reagisce con prontezza di spirito agli stimoli acustici, ma come la maggioranza degli scarafaggi, e in sott'ordine dei vampiri, teme l'esposizione alla luce e può andare in crisi di fronte alle telecamere. Svolge perciò il grosso della sua attività in ambienti scarsamente illuminati, ed è facile trovarla in bar, ristoranti, cambuse, cantine, case, qualsiasi anfratto purché vi siano stretti, comodi interstizi nei quali depositare le sacche parentali, e umido e caldo a profusione per difendersi dal freddo e dalla neve del generale inverno, suo grande nemico.

lunedì 6 febbraio 2012

Talpa europaea

La talpa europaea è presente in buona parte dell'Europa, dalla Svezia fino alla penisola iberica, i Balcani e l'Italia, dove ha prosperato dalle parti di Montecitorio, nota isola verde, vero e proprio paradiso biologico sito nel centro di Roma, in cui centinaia di animali trovano da anni riparo grazie alla generosità del popolo italiano. Provvista di una pelliccia vellutata di colore uniforme, nera con riflessi azzurrognoli, la vezzosa talpa europaea, con la sua caratteristica punta del naso a piccolo popone color carne e l'espressione indolente, suggerisce il lontano e dimenticato utilizzo di un'embrionale intelligenza pratico-operativa. Si tratta di una bestiola adusa alla vita sotterranea e allo scavo indefesso, tanto che persino la morbidezza del suo pelo può essere considerata un adattamento agli stretti, strettissimi interstizi di Montecitorio, perché facilita il tipico movimento a ritroso detto anche "yes man walking". È un animale solitario, e trascorre la maggior parte del tempo nelle sue comode nicchie, alcune site nei meandri dei ministeri, altre a ridosso dei seggi, il territorio di caccia dove il simpatico talpone è solito procacciarsi gli invertebrati di cui è ghiotto: lombrichi, larve, elettori e lumache. L'aspettativa di vita media di una talpa europaea è di cinque anni salvo elezioni anticipate.