
E se le sue ali possenti non gli permettono di librarsi per l’aere, la sua lingua lunga, in compenso, gli permette di parlare a ruota libera per l’etere. Secondo alcuni scienziati, però, l’abilità performativa dello struzzo parlante consisterebbe in una meccanica imitazione del linguaggio umano. Argomento rispedito al mittente da uno stizzito professor George Flebo, già noto per il monumentale saggio Il mocassino con l’infradito interno, una questione aperta, convinto che i vaticini dello struzzo parlante potrebbero contenere sorprendenti informazioni di cui ci sfugge la chiave di lettura. Affermazioni come “Chi non sa farsi ricordare il cognome non è mai colpa di chi non se lo ricorda ma di chi non è capace a farlo ricordare” o “Lei si deve rimangiare delle verità che sono falsità che ha appena annunciato” sono così diventate oggetto di studio da parte di cognitivisti, logici, ornitologi e filosofi, ma anche di ufologi da spiaggia, millenaristi catastrofisti e fashion blogger d’assalto. Secondo la Bibbia, Dio tolse allo struzzo parlante l’intelligenza, ma appare evidente che nella sua infinita bontà non sentì il bisogno di limitarne la favella.
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